Il caffè è tra le bevande più consumate al mondo. Ogni giorno miliardi di persone si affidano alla caffeina per svegliarsi e trovare l’energia necessaria per affrontare la giornata. Sebbene in passato si credeva che potesse avere conseguenze negative sulla salute, già da tempo numerosi studi hanno dimostrato l'esistenza di effetti benefici associati al suo consumo. I consumatori abituali sembrano essere esposti a un rischio più basso di infarto e ictus, malattie del fegato e neurodegenerative come il morbo di Alzheimer. Non solo, una ricerca pubblicata su BMJ Medicine, ha dimostrato che la caffeina è capace di aumentare la termogenesi (produzione di calore) e l'ossidazione dei grassi favorendo una riduzione del peso e del rischio di malattie come il diabete di tipo 2 e l’obesità.
Ora, una nuova revisione di studi, condotta dai ricercatori dell'Università di Coimbra e del Centro di Medicina Digitale-Scuola di Medicina dell'Università do Minho (in Portogallo), ha anche scoperto che chi beve caffè quotidianamente vive di più e in salute. Secondo i ricercatori questa bevanda sarebbe in grado di controllare alcune meccanismi biologici legati all'invecchiamento che aumentano il rischio di malattie, come l’infiammazione, l'ossidazione, la ridotta sensibilità all'insulina, ecc. "Sappiamo - ha affermato l'autore principale Rodrigo Cunha, dell'Università di Coimbra - che la popolazione mondiale sta invecchiando più velocemente che mai, motivo per il quale è sempre più importante esplorare interventi dietetici che possano consentire alle persone non solo di vivere più a lungo, ma anche di vivere una vita più sana". La ricerca è stata pubblicata su Ageing Research Reviews.
Le sostanze benefiche del caffè
I ricercatori hanno esaminato 85 studi che hanno coinvolto centinaia di migliaia di partecipanti provenienti da Europa, America, Australia e Asia, nei quali sono stati valutati tassi di mortalità, indicatori di salute e abitudini alimentari, compreso il consumo di caffè. Oltre al ruolo del caffè nel ridurre il rischio di alcune gravi malattie croniche, il team ha indagato il ruolo del caffè nei meccanismi biologici collegati al processo di invecchiamento, soffermandosi in particolare sui benefici derivati dalla caffeina e dagli acidici clorogenici. Si tratta dei più importanti principi attivi presenti nel caffè, che contiene oltre 2.000 sostanze "potenzialmente bioattive". "Fra queste - hanno affermato i ricercatori - ci sono i composti polifenolici che possono fornire proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, con ruoli che includono la riduzione della neuroinfiammazione o la regolazione della sensibilità all'insulina".
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Il caffè allunga la vita
Dalla revisione è emerso che un consumo moderato di caffè (circa tre tazze al giorno) è associato a 1,84 anni di vita in più, mentre un consumo regolare è anche associato a una maggiore durata della salute. "Il consumo regolare di caffè - hanno spiegato i ricercatori - sembra associato alla salvaguardia delle funzioni muscolari, cardiovascolari, mentali e del sistema immunitario. E sembra inversamente associato all'incidenza delle malattie più frequenti che colpiscono gli anziani, come le malattie cardiovascolari e respiratorie, l'ictus, alcuni tipi di cancro, il diabete, la demenza, la depressione maggiore o la fragilità".
"Le raccomandazioni cliniche tradizionali a volte trascurano il ruolo del caffè nell'invecchiamento sano - ha sottolineato il neuroscienziato Cunha -. La nostra analisi evidenzia il ruolo che un consumo regolare e moderato di caffè può svolgere nel mediare contro i meccanismi biologici che naturalmente rallentano o falliscono con l'avanzare dell'età, innescando una serie di potenziali problemi di salute e comorbilità". "E c'è ancora spazio - ha continuato - per capire di più su come funzionano esattamente questi meccanismi, così come su quali individui potrebbero essere biologicamente predisposti a trarre i maggiori benefici dalle interazioni del caffè con loro".
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I limiti dello studio
Essendo tanti gli studi analizzati, ci sono molte variabili da considerare, come i tipi di caffè consumati, la demografia delle persone coinvolte. "I benefici variano da individuo a individuo - hanno sottolineato i ricercatori - ed è probabile che tali benefici non siano dovuti solo al caffè". Inoltre, si tratta di uno studio di associazione che non dimostra un nesso diretto di causa ed effetto.
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